Il provvedimento di rigetto dell'istanza di emersione dal lavoro irregolare di cittadini extracomunitari ex art. 5 D.Lgs. n. 109/2012 è legittimo qualora emerga che il rapporto di lavoro dichiarato dal datore di lavoro richiedente non sia conforme ai requisiti temporali previsti dalla norma, in quanto il datore di lavoro abbia reso dichiarazioni contraddittorie sull'inizio effettivo del rapporto di lavoro, risultando pertanto denunciato per i reati di falsità ideologica e truffa aggravata ai danni dello Stato. In tali casi, la mancata comunicazione del preavviso di rigetto direttamente all'interessato, laddove il tentativo di notifica sia andato a vuoto, non determina l'invalidità del provvedimento finale, in quanto la violazione delle garanzie procedimentali è da ritenersi scriminata dalla previsione dell'art. 21-octies, 2° comma, della legge n. 241/1990, attesa l'impossibilità di pervenire ad una diversa conclusione del procedimento anche a seguito di un eventuale rinnovo dello stesso. Inoltre, l'interessato, pur non destinatario diretto del preavviso, ha comunque avuto la possibilità di conoscere la motivazione del diniego attraverso il proprio datore di lavoro e l'accesso allo Sportello Unico per l'immigrazione.