Il dolo del reato di lesioni volontarie può essere desunto dalla violenza dell'impatto tra i mezzi coinvolti, anche in assenza di una espressa ammissione dell'imputato, qualora la dinamica dell'evento e le conseguenze lesive siano tali da far ritenere ragionevolmente che l'agente abbia accettato il rischio di cagionare le lesioni. Pertanto, il mancato rispetto delle indicazioni sanitarie da parte della persona offesa o la prosecuzione della sua attività lavorativa non sono elementi idonei a escludere il nesso causale tra la condotta dell'imputato e le lesioni subite, ove la Corte abbia adeguatamente motivato in ordine alla violenza dell'impatto e alla natura del trauma riportato. Analogamente, la mera affermazione dell'imputato circa l'utilizzo dei parabordi, in assenza di una valutazione complessiva della dinamica dell'evento, non è sufficiente a escludere la volontarietà della condotta lesiva, ove questa sia stata desunta dalla Corte sulla base di una logica e coerente ricostruzione della vicenda.