Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'annullare l'ordinanza sindacale che vietava la sperimentazione e l'installazione del 5G, afferma il principio per cui l'amministrazione locale non può imporre divieti generalizzati e indiscriminati sull'utilizzo di nuove tecnologie di telecomunicazione, in assenza di comprovati e specifici motivi di tutela della salute pubblica o dell'ambiente. L'esercizio del potere di ordinanza contingibile e urgente da parte del Sindaco deve essere ancorato a presupposti di effettiva necessità e urgenza, adeguatamente motivati sulla base di evidenze scientifiche e non può tradursi in un indiscriminato blocco di innovazioni tecnologiche, in contrasto con i principi di proporzionalità e ragionevolezza dell'azione amministrativa. L'annullamento giurisdizionale di un provvedimento sindacale di divieto di sperimentazione tecnologica, per cessazione della relativa materia del contendere, comporta la condanna dell'amministrazione al pagamento delle spese processuali in favore del ricorrente, in applicazione del principio della soccombenza virtuale.