Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26170 del 8 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:26170PEN

Massima

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Il comportamento ingiurioso o diffamatorio di un soggetto nei confronti di un pubblico ufficiale è scriminato ai sensi dell'art. 599, comma 2, c.p. quando tale comportamento sia reazione ad un fatto ingiusto posto in essere dal pubblico ufficiale, accertato in base a un ragionamento logico-induttivo desumibile dalle circostanze del caso concreto, anche in assenza di una prova diretta di tale fatto ingiusto. In tali ipotesi, il giudice può ritenere sussistente la scriminante della provocazione, purché il comportamento del soggetto risulti proporzionato e non eccessivo rispetto all'offesa subita. La valutazione del giudice di merito in ordine alla sussistenza della scriminante, fondata su un accertamento logico-induttivo del fatto ingiusto, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo vizi di motivazione, essendo rimessa alla sua discrezionalità tecnica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE BERNARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza;

avverso la sentenza emessa il 20-11-08 dal Giudice di pace di Cosenza;

nel procedimento a carico di:

Ga. Lu. , nato il (OMESSO);

Visti gli atti, la sentenza denunciata ed il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Genera…

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