Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23069 del 10 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:23069PEN

Massima

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Il delitto di associazione per delinquere non può essere desunto dalla mera reiterazione di condotte delittuose da parte di soggetti appartenenti allo stesso contesto familiare, essendo necessario accertare l'esistenza di una struttura organizzativa, sia pure in forma rudimentale, dotata di una propria autonomia operativa e funzionale alla realizzazione di un programma criminoso comune. Ai fini della valutazione delle esigenze cautelari in relazione al delitto di bancarotta fraudolenta, il pericolo di recidiva deve essere valutato con riferimento all'epoca in cui le condotte illecite sono state poste in essere e non al momento della dichiarazione di insolvenza, la quale, pur determinando il momento consumativo del reato, non costituisce riferimento utile per vagliare il comportamento dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI E. M. - Consigliere

Dott. MAURO Anna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI PALERMO;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/08/2020 del TRIB. LIBERTA' di PALERMO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ANNA MAURO;
lette/sentite le conclusioni del PG Dott. MARIA FRANCESCA LOY
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto del ricorso.
udito il difensore;
L'avvocato (OMISSIS), quale sostituto processuale l'avvocato (OMISSIS), chiede l'inammi…

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