La sentenza di non luogo a procedere pronunciata all'esito dell'udienza preliminare è appellabile, in quanto non rientra nella nozione di "sentenze di proscioglimento" cui si applica la regolamentazione transitoria dettata dalla legge n. 46 del 2006, articolo 10, comma 2, successivamente dichiarata incostituzionale. Il regime di impugnabilità oggettiva della sentenza di non luogo a procedere è pertanto regolato dalla previgente disciplina di cui all'articolo 428 c.p.p., in applicazione del principio tempus regit actum, in base al quale la facoltà di impugnazione, la sua estensione, i modi e i termini per esercitarla vanno valutati in relazione all'actus costituito dalla pronuncia della sentenza e al tempus del suo perfezionamento. Pertanto, la sentenza di non luogo a procedere pronunciata prima dell'entrata in vigore della legge di riforma rimane appellabile, in conformità al regime previgente, e l'ordinanza di inammissibilità dell'appello proposto dal Procuratore Generale deve essere annullata senza rinvio, con conseguente trasmissione degli atti alla Corte d'Appello per il relativo giudizio.