Il ricorso per cassazione avverso la sentenza di primo grado è inammissibile qualora l'appello esperito contro di essa sia stato dichiarato inammissibile per carenza di ragionevole probabilità di accoglimento ai sensi dell'art. 348-bis c.p.c., comma 1, e il ricorso per cassazione non sia stato proposto entro il termine di sessanta giorni dalla comunicazione dell'ordinanza dichiarativa dell'inammissibilità del gravame, come previsto dall'art. 348-ter c.p.c., comma 3. In tal caso, la declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione comporta la condanna della parte ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità, nonché il raddoppio del contributo unificato ai sensi dell'art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115 del 2002. Il rispetto del termine perentorio di sessanta giorni per la proposizione del ricorso per cassazione costituisce, infatti, un presupposto di ammissibilità dello stesso, la cui violazione determina l'inammissibilità del gravame, a tutela del principio di ragionevole durata del processo e di economia processuale.