Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40783 del 29 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:40783PEN

Massima

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Il metodo mafioso, ai fini della configurabilità dell'aggravante di cui all'art. 7 della L. n. 203 del 1991, può ritenersi integrato dalla sola violenza o minaccia che richiamino alla mente e alla sensibilità della vittima la forza intimidatrice tipica del vincolo associativo mafioso, senza che sia necessario dimostrare l'effettiva esistenza di un'organizzazione criminale di tipo mafioso o il concreto collegamento dell'autore del reato con la stessa. Ciò in quanto l'aggravante in questione mira a punire il particolare disvalore sociale della condotta che si avvale del "metodo mafioso", a prescindere dall'accertamento dell'effettiva appartenenza dell'agente a un'associazione mafiosa. Pertanto, la semplice prospettazione da parte dell'estorsore della sua appartenenza a un clan criminale, anche se non più operante nella zona da circa un ventennio, può essere sufficiente a integrare l'aggravante, ove tale affermazione risulti idonea a ingenerare nella vittima il timore tipico della forza intimidatrice mafiosa, a prescindere dalla verifica della concreta sussistenza di un'organizzazione criminale di tipo mafioso. Inoltre, ai fini della configurabilità dell'aggravante, non è necessario che la vittima si astenga dal rivolgersi alle autorità competenti, essendo sufficiente che la condotta dell'agente sia oggettivamente idonea a esercitare sulla stessa la particolare coartazione psicologica evocata dalla norma, a prescindere dalla reazione concreta della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMU Giacomo - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 52/2015 CORTE APPELLO di SALERNO, del 24/04/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/05/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UGO DE CRESCIENZO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALZANO Francesco,
che ha concluso per il rigetto del ricorso;
Udito il difensore avv. (Ndr: testo originale non comprensibile), il quale chiede l'accoglimento del ricorso.
MOTIVI DELLA …

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