Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, anche senza opere edilizie, incide sull'assetto urbanistico e sul carico insediativo di una zona, determinando la necessità di un apposito titolo edilizio, anche in assenza di una specifica disciplina regionale attuativa della previsione di cui all'art. 25, ultimo comma, della L. n. 47/1985. Ciò in quanto tale disposizione, pur rimettendo alle Regioni la regolamentazione dei casi in cui il mutamento di destinazione d'uso è soggetto ad autorizzazione o a diverso titolo, non ha inteso liberalizzare integralmente tali cambiamenti, i quali possono comunque incidere sull'equilibrio urbanistico prefigurato dagli strumenti comunali. Pertanto, in mancanza di una disciplina regionale, il mutamento di destinazione d'uso resta soggetto alle previsioni del regolamento edilizio comunale e dello strumento urbanistico, che possono assoggettarlo a titolo edilizio, anche quando non siano previste opere edilizie. Inoltre, il mero decorso del tempo non può legittimare una destinazione d'uso non conforme alla normativa urbanistico-edilizia, non essendo configurabile un affidamento del privato meritevole di tutela. Infine, l'eventuale tolleranza da parte del Comune di altri mutamenti di destinazione d'uso nella medesima zona non può costituire circostanza che priva l'Amministrazione del potere di ripristino di una situazione conforme alla regolamentazione.