Cassazione penale Sez. V ordinanza n. 30101 del 29 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:30101PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il reato di minaccia, di cui all'art. 612 c.p., si configura quando l'agente prospetta intenzionalmente alla vittima la concreta possibilità di un danno ingiusto, idoneo a incutere timore e a condizionarne la libertà di determinazione. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che la minaccia sia esplicita o dettagliata, essendo sufficiente che emerga in modo inequivoco la volontà dell'agente di cagionare un evento dannoso. La minaccia può essere integrata anche attraverso espressioni ambigue o ellittiche, purché siano idonee a ingenerare nella vittima un fondato timore di subire un pregiudizio. Inoltre, il reato di minaccia è configurabile anche quando la condotta minacciosa sia rivolta a più soggetti, essendo sufficiente che la stessa sia idonea a incutere timore in ciascuno di essi. Infine, la recidiva semplice, di cui all'art. 99 c.p., aggrava la responsabilità penale dell'imputato, in quanto indice di una maggiore pericolosità sociale e di una reiterazione della condotta criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. ARMANO Uliana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 19.3.2009 da:

avv. Ventura Arturo, difensore di MA. Ro. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza del Tribunale di Forli' del 18.2.2002;

Sentita la relazione del consigliere Dott. BRUNO Paolo Antonio;

Lette le conclusioni del P.G. in sede, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1. - Con la sentenza indicata in epigrafe il Tribunale di Forli', pronunciando come giudice di appello avverso una sentenza…

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