Il diritto di partecipazione democratica degli associati alle cariche e alle attività di un'associazione privata, in particolare di natura sindacale, è un principio fondamentale che trova tutela nell'ordinamento giuridico. Tale diritto non può essere limitato o escluso in modo arbitrario o sproporzionato dallo statuto o dagli organi associativi, in quanto ciò violerebbe i principi di democraticità, uguaglianza e parità di trattamento tra gli associati. L'esclusione dalla competizione elettorale per cariche associative, fondata su norme statutarie o provvedimenti degli organi direttivi, deve pertanto essere adeguatamente motivata e rispettare il diritto di difesa e di partecipazione degli associati, altrimenti è suscettibile di essere annullata dall'autorità giudiziaria. I provvedimenti associativi che impediscono ingiustificatamente ad alcuni associati di candidarsi e ricoprire cariche sociali sono pertanto illegittimi e possono essere impugnati in sede giudiziale per ottenerne l'annullamento, con conseguente ripristino del diritto di partecipazione democratica dell'associato escluso. Il giudice, nel valutare la legittimità di tali provvedimenti, deve verificare il rispetto dei principi di democraticità, uguaglianza e parità di trattamento, nonché del diritto di difesa, senza limitarsi ad un mero riscontro formale della conformità agli statuti e regolamenti associativi.