Cassazione penale Sez. II sentenza n. 42428 del 31 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:42428PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico commesso da un privato, mediante attestazioni mendaci rese in un atto destinato a provare la verità di determinati fatti, integra il reato di cui all'art. 483 c.p. anche quando le false dichiarazioni siano funzionali all'esercizio di diritti sociali in assemblea, qualora tali diritti siano stati previamente negati dal giudice civile. Inoltre, il tentativo di truffa si configura quando il soggetto, mediante artifizi e raggiri consistenti nella formazione di un verbale falso, tenti di indurre in errore un funzionario bancario al fine di procurarsi un ingiusto profitto, anche se l'azione non giunga a compimento per la prudente reazione del funzionario. In tali ipotesi, la condotta è penalmente rilevante indipendentemente dalla effettiva disponibilità del conto corrente da parte dell'agente, essendo sufficiente l'idoneità degli artifizi e raggiri a trarre in inganno il soggetto passivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. TADDEI Margheri - Consigliere

Dott. CARRELLI P.d.M. R. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) - nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 17/10/2011 della Corte d'appello di Milano;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Roberto Maria Carrelli Palombi di Montrone;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, dott. D'AMBROSIO Vito, che ha concluso chiedendo che il ricorso venga di…

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