Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13251 del 21 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:13251PEN

Massima

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Il dolo di ricettazione può essere desunto dalla mancata o non attendibile indicazione da parte dell'imputato della provenienza del bene ricevuto, in quanto tale comportamento è rivelatore della volontà di occultamento, logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede. La consapevolezza della provenienza illecita del bene può essere desunta anche da elementi indiretti, senza che sia necessaria la conoscenza precisa e completa delle circostanze del reato presupposto, essendo sufficiente che tali elementi siano idonei a generare, secondo la comune esperienza, la certezza della provenienza delittuosa. L'attenuante della particolare tenuità del fatto nel reato di ricettazione è esclusa quando l'oggetto della ricettazione è un bene di valore non trascurabile, come un'autovettura funzionante, senza che sia necessaria un'ulteriore indagine sulla lievità del fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte di appello di Milano, del 26.9.2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere ((omissis));

udite le conclusioni del sostituto procuratore generale ((omissis)), sulla inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

La Corte di appello di Milano ha confermato la condanna inflitta all'odierno imputato dal Tribunale della medesima citta' in data 26 ottobre 2007 per il d…

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