Cassazione penale Sez. V sentenza n. 49329 del 4 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:49329PEN

Massima

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Il delitto di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta reiterata nel tempo di minacce, molestie e pedinamenti nei confronti della persona offesa genera in quest'ultima un perdurante stato di ansia e paura, tale da alterare le sue abitudini di vita e costringerla a ricorrere a un sostegno psicologico. La valutazione dell'attendibilità della persona offesa, anche se costituita parte civile, non può essere effettuata in modo aprioristico e acritico, ma richiede un vaglio più penetrante rispetto a quello ordinario, verificando la coerenza intrinseca e la possibile estrinsecazione del suo racconto alla luce degli altri elementi probatori acquisiti. L'aggravante di cui all'art. 585 c.p., comma 1, prima parte, che prevede un aumento di pena da un terzo alla metà "se concorre alcuna delle circostanze aggravanti previste dall'art. 576 c.p.", rimane unica anche nel caso in cui concorrano più aggravanti di cui all'art. 576 c.p., senza che sia necessario procedere a un concorso apparente di norme. Nella determinazione della pena, il giudice deve valutare il complessivo disvalore dei fatti, avuto riguardo alla gravità delle condotte, caratterizzate anche da ripetute e gravi minacce rivolte alla parte offesa per un consistente arco di tempo, nonché alla personalità del reo, tenendo conto anche di eventuali precedenti penali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. MOROSINI E. Mari - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/06/2018 della CORTE di APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa MOROSINI ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. DI LEO Giovanni, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Palermo ha confermato la condanna di (OMISS…

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