La condotta di chi strappa una catenina d'oro dal collo della vittima e la consegna immediatamente a un complice, mentre l'altro imputato trattiene la vittima strattonandola e minacciandola per consentire al complice di allontanarsi con la refurtiva, integra il reato di rapina aggravata di cui all'art. 628, comma 1, c.p. e non il meno grave reato di furto con strappo o rapina impropria. Infatti, la violenza e la minaccia, pur esercitate dopo la sottrazione, sono finalizzate a garantire il possesso della cosa sottratta, configurando così gli estremi della rapina aggravata. La notifica del decreto di citazione effettuata al difensore di fiducia dell'imputato, in caso di irreperibilità del domicilio dichiarato, è idonea a garantire la conoscenza del processo da parte dell'imputato, senza necessità di rinnovare la notifica. Inoltre, il mutamento della composizione del collegio giudicante non comporta la nullità della sentenza, in assenza di richieste di rinnovazione istruttoria da parte delle parti. Infine, la condotta dell'imputata che interviene immediatamente per assicurare il profitto del reato commesso dal complice integra il concorso nel reato di rapina e non il meno grave reato di favoreggiamento reale.