Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 32951 del 6 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:32951PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. si configura quando la condotta abituale dell'agente, caratterizzata dalla reiterazione di atti lesivi, anche non gravi singolarmente considerati, crea nella vittima uno stato di sofferenza fisica e morale, di timore e soggezione, incompatibile con normali condizioni di esistenza. L'elemento psicologico del reato si identifica nel dolo unitario che sorregge la pluralità di atti lesivi della personalità della vittima, concretizzandosi nell'inclinazione della volontà ad una condotta oppressiva e prevaricatoria, consapevolmente reiterata. La brevità della relazione convivenziale non esclude di per sé il requisito dell'abitualità, essendo necessario valutare la reiterazione e la gravità complessiva dei comportamenti aggressivi, anche se commessi in stato di ubriachezza, che impongono alla vittima un regime di vita vessatorio e umiliante. L'aggravante di cui all'art. 61, n. 2 c.p. in relazione al reato di lesioni è configurabile quando le modalità della condotta lesiva denotano la finalità di realizzare il delitto di maltrattamenti. Ai fini della costituzione di parte civile, è sufficiente il mero richiamo al fatto descritto nel capo di imputazione o al titolo del reato, senza necessità di ulteriori argomentazioni, quando il rapporto tra i fatti lamentati e la pretesa azionata sia immediato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. GIORDANO Emilia A - rel. Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/6/2016 della Corte di appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. CANEVELLI Paolo, che ha concluso chiedendo dichiarare l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Bologna, in riforma della sentenza di primo grado, ha asso…

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