Cassazione penale Sez. II sentenza n. 37 del 4 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:37PEN

Massima

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Il giudice di merito che applica la pena su richiesta delle parti, escludendo la sussistenza di cause di proscioglimento di cui all'art. 129 c.p.p., può essere oggetto di controllo di legittimità sotto il profilo del vizio di motivazione solo se dal testo della sentenza risulti evidente la presenza di tali cause di non punibilità. Tuttavia, ove il giudice abbia escluso la ricorrenza delle condizioni di cui all'art. 129 c.p.p. sulla base di elementi probatori come il verbale di arresto e le dichiarazioni della persona offesa, il ricorso per cassazione avverso tale sentenza è manifestamente infondato e deve essere dichiarato inammissibile. In tali casi, il ricorrente deve essere condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma equitativamente fissata a favore della cassa delle ammende, in ragione dei motivi dedotti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DE CRESCENZO Ugo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domeni - rel. Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1501/2010 TRIBUNALE di ROMA, del 07/04/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

IN FATTO

Il Tribunale di Roma, con sentenza in data 7.4.2010, ex articolo 444 c.p.p., applicava a Da. Fr. , per il reato di rapina aggravata in concorso ascrittogli, la pena di anni uno, …

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