Cassazione penale Sez. I sentenza n. 51113 del 18 dicembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:51113PEN

Massima

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Il diniego dell'affidamento in prova al servizio sociale deve essere adeguatamente motivato, indicando una sola ragione plausibile che faccia ritenere la scarsa probabilità di successo dell'esperimento, in relazione alle specifiche finalità dell'istituto, ovvero la rieducazione del reo e la prevenzione del pericolo che egli commetta ulteriori reati. La valutazione della richiesta di affidamento in prova non può prescindere dalla condotta tenuta dal condannato dopo la commissione del reato e dai suoi comportamenti attuali, essendo questi essenziali ai fini della ponderazione dell'esistenza di un effettivo processo di recupero sociale e della prevenzione del pericolo di recidiva. Ai fini della concessione di una misura alternativa alla detenzione, non è necessaria la concreta possibilità di svolgere un lavoro, essendo altrettanto valida e suscettibile di considerazione anche la prospettazione di un impegno nel volontariato o in altra attività utile, avente la capacità di recuperare il condannato al rispetto delle regole di convivenza civile e di esplicare effetto risocializzante. Il giudizio di incompletezza dell'osservazione e di conseguente diniego della misura alternativa richiesta deve essere adeguatamente motivato, sulla base di una attenta e completa analisi della condotta del condannato, volta a riscontrare l'attuale pericolosità sociale, tale da non consentire l'ammissione alla misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 6284/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di ROMA, del 03/04/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MONICA BONI;

lette le conclusioni del PG Dott. D'ANGELO Giovanni il quale ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza resa il 3 aprile 2013 il Tribunale di sorveglianza di Roma rigettava la richiesta di applicazione dei benefici di cui…

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