Cassazione penale Sez. I sentenza n. 3136 del 28 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:3136PEN

Massima

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Il giudizio prognostico sulla sussistenza delle esigenze cautelari, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, deve essere fondato su elementi concreti e specifici, desumibili dalle modalità e circostanze del fatto, dalla personalità dell'indagato, dai suoi precedenti penali e giudiziari, dall'ambiente in cui il delitto è maturato e da ogni altro elemento rilevante ai sensi dell'art. 133 c.p., senza che sia necessaria la prova di un pericolo attuale di recidiva. Pertanto, la pericolosità sociale dell'indagato può essere desunta anche dal suo stretto rapporto con altri soggetti legati ad ambienti criminali, dalla sua immediata disponibilità a collaborare con costoro e ad assecondarne le richieste, nonché dalla caratura criminale dei coindagati, senza che il mero decorso del tempo dal fatto contestato possa di per sé escludere la permanenza delle esigenze cautelari. La valutazione del giudice sul punto è censurabile in sede di legittimità solo in caso di violazione di specifiche norme o di manifesta illogicità della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. DI TOMASSI Maria S. - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

1) TO. GE. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1109/2010 TRIB. LIBERTA' di FIRENZE, del 03/09/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCIA LA POSTA;

sentite le conclusioni del PG Dott. Salvi G. che ha chiesto rigettarsi il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 3.9.2010 il Tribunale di Firenze, decidendo quale giudice del riesame, confermava l'ordinanza emessa dal Gip dell…

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