Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40325 del 2 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:40325PEN

Massima

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Il possesso di beni di provenienza illecita, in assenza di una plausibile spiegazione circa la loro origine, integra il reato di ricettazione, anche qualora il possesso sia di breve durata e il bene sia stato utilizzato immediatamente dopo la sottrazione. Infatti, ai fini della configurabilità del reato di ricettazione, l'elemento soggettivo della consapevolezza circa la provenienza illecita della "res" può essere desunto da qualsiasi elemento, anche indiretto, come l'omessa o non attendibile indicazione della provenienza da parte del soggetto agente. Non è necessario che l'imputato confessi il reato presupposto, in quanto l'onere di provare la legittima provenienza del bene ricade su di lui, in ragione della struttura della fattispecie incriminatrice. La valutazione circa la sussistenza o meno di elementi indicativi del furto, piuttosto che della ricettazione, rientra nell'ambito del giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o giuridici della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - rel. Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa in data 12/12/2017 dalla Corte d'Appello di Caltanissetta;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 12/12/2017, la Corte d'Appello di Caltanissetta…

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