Consiglio di Stato sentenza n. 4667 del 2012

ECLI:IT:CDS:2012:4667SENT

Massima

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L'interdittiva antimafia prefettizia costituisce una misura preventiva volta a impedire il condizionamento dell'attività imprenditoriale da parte della criminalità organizzata, prescindendo dall'accertamento di singole responsabilità penali. Essa può essere adottata sulla base di elementi indiziari e sintomatici, anche se non è necessario un grado di dimostrazione probatoria analogo a quello richiesto per dimostrare l'appartenenza di un soggetto ad associazioni di tipo mafioso. Il Prefetto, nell'adottare l'interdittiva, gode di ampia discrezionalità, sindacabile dal giudice amministrativo solo sotto il profilo della logicità e ragionevolezza in relazione ai fatti accertati. L'interdittiva può fondarsi su un complesso di elementi indiziari, anche se singolarmente non decisivi, purché complessivamente idonei a far ritenere possibile il condizionamento dell'attività imprenditoriale da parte della criminalità organizzata. Pertanto, l'interdittiva antimafia può essere legittimamente adottata anche in assenza di accertamenti definitivi in sede penale, sulla base di una valutazione complessiva di elementi sintomatici e indiziari, come il coinvolgimento dell'imprenditore in vicende di false fatturazioni o di pagamento di tangenti a esponenti della criminalità organizzata, nonché di rapporti di parentela o di affari con soggetti ritenuti contigui alla mafia, purché tali elementi siano valutati nel loro complesso e non singolarmente. Il provvedimento interdittivo non risulta viziato per il fatto che alcuni di tali elementi siano stati successivamente ridimensionati o esclusi in sede giudiziaria, in quanto la legittimità dell'interdittiva deve essere valutata sulla base degli elementi conosciuti dall'amministrazione al momento della sua adozione, fatti salvi gli eventuali successivi provvedimenti in relazione a sopravvenuti nuovi elementi di valutazione.

Sentenza completa

N. 00974/2012
REG.RIC.

N. 04667/2012REG.PROV.COLL.

N. 00974/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 974 del 2012, proposto da:
((omissis)), rappresentato e difeso dall'avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso ((omissis)) in Roma, via Cosseria, 2;

contro

U.T.G. - Prefettura di Caserta, in persona del Prefetto p.t., il Ministero dell'Interno, in persona del Ministro p.t., l’Anas S.p.a., in persona del legale rappresentante p.t., rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi n. 12;

nei confronti di

Barone Costruzioni S.r.l.;

per la riforma

della sentenza del T.A.R. per la Campania, Sede di Napoli, Sezione I, n.…

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