La compatibilità urbanistica di un impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, realizzato ai sensi degli artt. 214 e 216 del d.lgs. n. 152/2006 mediante procedura semplificata, deve essere valutata in relazione alla destinazione d'uso prevista dagli strumenti urbanistici vigenti per l'area interessata. Ove la destinazione d'uso sia agricola e non ammetta insediamenti produttivi estranei all'attività agricola, il parere negativo sulla compatibilità urbanistica dell'impianto si configura come atto dovuto e vincolato, non essendo sufficiente la mera preferenza per la localizzazione in aree industriali prevista dall'art. 196, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006. La violazione dell'obbligo di comunicazione del preavviso di rigetto ai sensi dell'art. 10-bis della legge n. 241/1990, pur configurando un vizio procedimentale, non determina l'annullamento dell'atto finale qualora, per la natura vincolata del provvedimento, sia palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato, ai sensi dell'art. 21-octies, comma 2, della medesima legge.