Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30130 del 4 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:30130PEN

Massima

Massima ufficiale
Ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione nei confronti di un condannato per il reato di associazione di tipo mafioso, qualora sia intercorso un apprezzabile lasso di tempo tra l'accertamento in sede penale e la formulazione del giudizio di prevenzione, è onere del giudice di verificare la sussistenza dell'attualità della pericolosità sociale, tenendo in considerazione l'evoluzione della personalità del proposto nel periodo di espiazione della pena. (In motivazione la Corte ha specificato che, sebbene non possa attribuirsi unico o decisivo rilievo al buon comportamento carcerario, peraltro doveroso, non può ignorarsi lo sforzo profuso dal condannato per precostituirsi le condizioni del reinserimento nella società legale, palesato, ad esempio, dalla dedizione allo studio, dalla coltivazione dei rapporti parentali e dall'assunzione di uno stile di vita improntato al rispetto delle persone e delle istituzioni).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 17/05/2017 della CORTE APPELLO di CATANIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SETTEMBRE ANTONIO;
lette/sentite le conclusioni del P.G..
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Catania, con decreto del 2/4/2003 e successivo aggravamento del 21/12/2009, ha applicato a (OMISSIS) la misura di sicurezza della sorveglianza speciale di P.S. per anni due, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
(OMISSIS), condannato …

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