Il Comune, nell'esercizio della propria discrezionalità pianificatoria, può legittimamente negare la variante urbanistica semplificata per la realizzazione di uno stabilimento industriale, motivando adeguatamente il diniego sulla base di nuove circostanze sopravvenute, come il rischio sismico e idrogeologico dell'area, la sua classificazione quale zona agricola di pregio nel redigendo Piano Urbanistico Comunale, nonché il rilevante consumo di suolo che l'intervento comporterebbe a fronte di un limitato incremento occupazionale, senza che ciò integri una violazione del giudicato amministrativo che aveva precedentemente annullato i provvedimenti di diniego per difetto di motivazione. Il Comune, infatti, nell'esercizio del proprio potere discrezionale, può legittimamente adottare una diversa pianificazione dell'area, purché congruamente motivata, anche in ragione della prevalente finalità di tutela delle aree agricole, obiettivo di per sé meritevole di tutela, rispetto all'interesse alla realizzazione dell'intervento industriale, il quale, peraltro, comporterebbe un rilevante consumo di suolo a fronte di un limitato incremento occupazionale.