Cassazione penale Sez. I sentenza n. 28885 del 11 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:28885PEN

Massima

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Il giudizio abbreviato, una volta richiesto dall'imputato ai sensi dell'art. 438 c.p.p., comma 1, è un diritto potestativo di quest'ultimo, non subordinato all'apprezzamento di altri soggetti processuali, e pertanto non può essere revocato dal giudice, se non nei casi espressamente previsti dalla legge, come quello di cui all'art. 441-bis c.p.p. relativo alla modifica dell'imputazione da parte del pubblico ministero. La regressione del procedimento dalla fase del giudizio abbreviato a quella dell'udienza preliminare, in assenza di una espressa previsione normativa, configura un provvedimento abnorme, in quanto determina la stasi del processo e la sua regressione ad una fase già superata, in contrasto con il principio di progressione delle fasi processuali e con le esigenze di speditezza ed economia del processo, che impongono la razionalizzazione dei tempi e dell'organizzazione processuale, nel contemperamento tra il valore dell'efficienza e le garanzie del giusto processo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Consigliere

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. CORRADINI Grazia - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di LUCCA;

nei confronti di:

MA. GI. , N. IL (OMESSO);

M. G. D. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 22/03/2007 GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di LUCCA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. CORRADINI GRAZIA;

lette le conclusioni del P.G. Dr. ((omissis)) che ha chiesto, principalmente, annullare senza rinvio il provvedimento impugnato, in subordine, rimette…

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