Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43559 del 25 novembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:43559PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. è un reato abituale caratterizzato dalla reiterazione di condotte lesive della dignità e dell'integrità fisica o morale della persona offesa, che si realizza attraverso una serie di atti, anche non gravi singolarmente considerati, ma idonei a cagionare un perdurante stato di sofferenza e di assoggettamento della vittima. Ai fini della successione di leggi penali nel tempo, il tempus commissi delicti coincide con la realizzazione dell'ultima condotta tipica integrante il fatto di reato, sicché trova applicazione la normativa più severa entrata in vigore durante la commissione del reato, anche se alcune condotte siano state poste in essere sotto la vigenza della precedente disciplina più favorevole. Le dichiarazioni della persona offesa, se ritenute intrinsecamente attendibili, possono costituire prova sufficiente per l'affermazione di responsabilità, senza necessità di ulteriori riscontri, salvo che non emergano specifici elementi di dubbio sulla loro credibilità. L'accertamento dell'unitarietà del disegno criminoso, ai fini della continuazione, richiede la dimostrazione di una preventiva programmazione delle condotte, elemento estraneo al reato abituale, caratterizzato invece da una volontà in divenire manifestata dalla reiterazione delle condotte, la cui interruzione per un significativo lasso di tempo esclude la possibilità di ritenere le condotte unificabili nel vincolo della continuazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. GIORGI Maria - Consigliere

Dott. AMOROSO R. - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/12/2020 emessa dalla Corte di appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
letta la requisitoria scritta del pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), depositata ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, convertito dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176, che ha concluso per l'inammissib…

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