Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10527 del 23 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:10527PEN

Massima

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Il sequestro e la confisca di beni di cui il condannato per il reato di associazione di tipo mafioso non possa giustificare la provenienza lecita sono legittimi anche in assenza di una espressa previsione normativa, in quanto il giudice dell'esecuzione può procedere a tali misure ablative sulla base di una valutazione complessiva degli elementi acquisiti, che dimostri la sproporzione tra il valore dei beni e i redditi dichiarati dal condannato. Tale valutazione deve essere adeguatamente motivata, nel rispetto del diritto di difesa e del contraddittorio, consentendo al condannato di provare la legittima provenienza dei beni. La presunzione di illiceità della provenienza dei beni non comporta un'inversione dell'onere della prova, ma impone al condannato un semplice onere di allegazione di elementi idonei a rendere credibile la provenienza lecita. Il giudice dell'esecuzione, pertanto, può disporre la confisca di beni quando, sulla base di una valutazione complessiva degli elementi acquisiti, ritenga che il loro valore sia sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dal condannato, a meno che questi non riesca a fornire una giustificazione credibile circa la loro legittima provenienza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. MANCUSO Luigi F - rel. Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS),
avverso l'ordinanza del 10/07/2018 della CORTE APPELLO di NAPOLI,
udita la relazione svolta dal Consigliere MANCUSO LUIGI FABRIZIO;
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona della Dott.ssa De Masellis Mariella, Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 12.12.2017, la Corte di appello di Napoli dis…

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