Il rilascio di un permesso di costruire in sanatoria condizionato all'esecuzione di specifici interventi finalizzati a ricondurre il manufatto abusivo nell'alveo di conformità agli strumenti urbanistici è illegittimo e non determina l'estinzione del reato edilizio, in quanto tale subordinazione contrasta ontologicamente con la ratio della sanatoria, collegabile alla già avvenuta esecuzione delle opere e alla loro integrale rispondenza alla disciplina urbanistica. La parziale demolizione o tombatura di opere abusive non costituisce una rimozione o demolizione integrale delle stesse, non determinando il ripristino dello stato dei luoghi. Ai fini dell'esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, è sufficiente che il giudice motivi adeguatamente l'assenza di uno soltanto dei presupposti richiesti dall'art. 131-bis c.p., ritenuto decisivo, senza che sia necessario esaminare tutti gli altri requisiti, essendo la valutazione complessiva rimessa alla sua discrezionalità. Quando la consistenza dell'opera abusiva è tale da escludere in radice l'esiguità del danno o del pericolo, il giudice può correttamente negare l'applicazione della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p.