Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 41529 del 24 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:41529PEN

Massima

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Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è il seguente: La sproporzione tra la pretesa creditoria vantata dall'indagato e la somma effettivamente impiegata, nonché l'aggressività e l'intensità della condotta posta in essere, anche attraverso il coinvolgimento di terzi soggetti, integrano gravi indizi di colpevolezza per il reato di tentata estorsione, giustificando l'applicazione della misura cautelare, anche in presenza di una mera apparenza di rinuncia agli "interessi" da parte dell'indagato, qualora emerga la sua consapevolezza di essere sottoposto a intercettazione e il suo inserimento in contesti criminali di rilievo, oltre alle pressioni esercitate dai suoi familiari durante la misura degli arresti domiciliari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. GRAMENDOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 388/2012 TRIB. LIBERTA' di BRESCIA, del 19/06/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

sentite le conclusioni del PG Dott. G. Volpe che ha chiesto annullamento senza rinvio.

RITENUTO IN FATTO

1. Con ordinanza del 19.06.12 il Tribunale di Brescia - dopo annullamento con rinvio disposto dalla Corte di Cassazione -accogl…

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