Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 51690 del 13 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:51690PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. si configura quando le condotte vessatorie, fisiche e morali, sono reiterate e abitualmente poste in essere dall'agente nei confronti di un familiare o convivente, anche more uxorio, in assenza di pregresse denunce, sulla base delle dichiarazioni della persona offesa corroborate da altri elementi probatori, quali referti medici, testimonianze e documentazione, senza che sia necessaria la prova di lesioni gravi o gravissime. La valutazione della sussistenza dell'abitualità delle condotte deve tenere conto del contesto relazionale e del profilo psicologico dell'imputato, anche in relazione a precedenti penali per reati violenti, ai fini della determinazione della pena, senza che possano essere accolte attenuanti generiche in assenza di elementi apprezzabili, come il comportamento processuale dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/11/2016 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANGELO CAPOZZI;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. PRATOLA GIANLUIGI che ha concluso per il rigetto del ricorso.
Udito il difensore avvocato (OMISSIS) del foro di NAPOLI che in difesa di (OMISSIS) chiede l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E …

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