Cassazione penale Sez. I sentenza n. 28436 del 16 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:28436PEN

Massima

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La provocazione, quale circostanza attenuante del reato, richiede che la reazione dell'agente, pur non dovendo essere necessariamente proporzionata all'offesa subita, sia comunque adeguata alla gravità del fatto ingiusto che l'ha determinata, essendo esclusa in presenza di una sproporzione molto consistente tra l'offesa e la reazione. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare l'applicabilità di tale attenuante, deve verificare non solo l'esistenza di un nesso causale tra l'offesa e la reazione, ma anche l'adeguatezza di quest'ultima, tenendo conto delle circostanze concrete del caso. L'esclusione della provocazione per inadeguatezza della risposta deve essere adeguatamente motivata, distinguendo tale profilo da quello della mera sproporzione, che di per sé non è sufficiente a negare l'attenuante. Inoltre, in caso di concorso di reati, l'aumento di pena per la continuazione deve essere specificamente motivato in relazione a ciascun reato, indicando il quantum di incremento riferito a ciascuno di essi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi Pietro - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - rel. Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI TARANTO;

nei confronti di:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS) anch'esso ricorrente;

avverso la sentenza n. 1/2008 CORTE ASSISE APPELLO di TARANTO, del 29/09/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/06/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARCELLO ROMBOLA';

Udito il Procuratore Generale in pe…

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