Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 44518 del 19 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:44518PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare di custodia in carcere può essere legittimamente applicato nei confronti di un soggetto indiziato di partecipazione ad un'associazione criminosa e di omicidio, qualora sussistano gravi indizi di colpevolezza e concreti e specifici elementi che rendano necessaria l'adozione di tale misura per esigenze cautelari, come il pericolo di fuga o di reiterazione del reato. Tuttavia, il venir meno dell'interesse del ricorrente a coltivare il ricorso, in seguito alla sua liberazione, comporta l'inammissibilità del gravame, in quanto il provvedimento impugnato ha perso la sua attualità e rilevanza per il destinatario. Il principio di diritto che emerge è che il provvedimento cautelare, pur legittimamente adottato sulla base di gravi indizi di colpevolezza, perde efficacia e rilevanza processuale quando vengano meno le esigenze cautelari che ne avevano giustificato l'applicazione, come nel caso di sopravvenuta liberazione dell'interessato. In tali ipotesi, il ricorso proposto avverso il provvedimento cautelare deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

LU. GI. ;

avverso l'ordinanza del 9 marzo 2009 del Tribunale di Napoli;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore generale nella persona del sostituto Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale di Napoli ha rigettato la richiesta di riesame di Lu.Gi. …

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