Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28582 del 8 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:28582PEN

Massima

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Il reato di ingiuria, previsto dall'art. 594 c.p., è stato abrogato dal d.lgs. n. 7 del 2016, con la conseguenza che nessuno può essere punito per un fatto commesso anteriormente, che, ai sensi di una disposizione avente valore di legge entrata in vigore successivamente, non costituisce più reato. In tali casi, la sentenza di assoluzione deve essere pronunciata con la formula "perché il fatto non è previsto dalla legge come reato", in applicazione del principio di retroattività della legge penale più favorevole al reo sancito dall'art. 2, comma 2, c.p. Pertanto, il giudice è tenuto ad annullare senza rinvio la sentenza impugnata, in quanto il fatto contestato non integra più alcuna fattispecie penalmente rilevante, senza poter disporre in ordine ad eventuali ulteriori richieste dell'imputato, che esulano dal perimetro cognitivo riservato al giudice di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto Luigi - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 01/04/2014 del GIUDICE DI PACE di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/03/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. GUARDIANO ALFREDO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. BIRRITTERI LUIGI.
FATTO E DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe il giudice di pace di Bologna assolveva (OMISSIS) dal delitto di cui all'articolo 594 c.p…

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