La controversia avente ad oggetto l'accertamento dei confini tra un terreno privato e un'area demaniale o comunque di proprietà pubblica, anche se proposta con ricorso avverso il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione sull'istanza del privato, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario e non in quella del giudice amministrativo. Ciò in quanto tale controversia ha per oggetto la verifica dell'esistenza ed estensione di un diritto soggettivo di proprietà del privato in contrapposizione al diritto di proprietà dello Stato o di altro ente pubblico, senza che alla pubblica amministrazione sia attribuito alcun potere autoritativo o discrezionale. Il giudice amministrativo è, quindi, privo di giurisdizione in tali controversie, le quali devono essere devolute alla cognizione del giudice ordinario, il quale può decidere direttamente la questione, avvalendosi dei poteri istruttori di competenza, a prescindere dagli atti adottati dall'amministrazione e anche in caso di silenzio di quest'ultima. Il silenzio rifiuto e il relativo procedimento giurisdizionale di cui all'art. 117 c.p.a. sono, infatti, compatibili solo con le pretese che concernono posizioni di interesse legittimo e non con quelle aventi natura di diritti soggettivi, la cui eventuale lesione è direttamente accertabile dall'autorità giurisdizionale competente.