L'Amministrazione è tenuta a concludere tempestivamente, entro i termini di legge, tutti i procedimenti amministrativi non facoltativi, anche in caso di incompletezza della domanda, mediante l'adozione di un provvedimento espresso, positivo o negativo, con l'indicazione dei motivi. Il mancato rispetto del termine di conclusione del procedimento, fissato dalla legge in 45 giorni per il rilascio dell'autorizzazione unica per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, comporta l'obbligo per l'Amministrazione di provvedere comunque sulla domanda, con la possibilità per il giudice di nominare un commissario ad acta in caso di ulteriore inerzia. L'incompletezza della domanda non può essere considerata causa ostativa della decorrenza del termine, in quanto la legge prevede espressamente la sospensione del termine solo in caso di espressa richiesta di integrazione documentale da parte dell'Amministrazione. Inoltre, l'acquisizione del parere di compatibilità ambientale, pur essendo necessaria ai fini del rilascio dell'autorizzazione unica, non può giustificare il mancato avvio del procedimento, in quanto l'Amministrazione procedente è tenuta a convocare la conferenza di servizi per acquisire tale parere. Pertanto, il silenzio serbato dall'Amministrazione sull'istanza di autorizzazione unica per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, in violazione del termine di legge, è illegittimo e comporta l'obbligo per l'Amministrazione di provvedere nel termine assegnato dal giudice, con la possibilità di nomina di un commissario ad acta in caso di ulteriore inerzia.