Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2309 del 20 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:2309PEN

Massima

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Il reato di ingiurie sussiste quando l'imputato, in un contesto di conflittualità con la persona offesa, proferisce espressioni offensive e lesive della reputazione di quest'ultima, anche se riferite a condotte da essa poste in essere nell'esercizio di un incarico pubblico o privato. Il giudice di rinvio, investito dell'annullamento della precedente sentenza di assoluzione, ha il potere di rinnovare l'istruzione dibattimentale e di valutare nuovamente la prova testimoniale, anche di coloro che non hanno direttamente identificato l'autore delle offese, purché le loro dichiarazioni risultino comunque rilevanti ai fini della decisione. La valutazione complessiva della prova, fondata sulla convergenza di più testimonianze e sulla attendibilità intrinseca ed estrinseca della persona offesa, rientra nel sindacato esclusivo del giudice di merito e non è censurabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o manifesta illogicità della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 40/2013 TRIBUNALE di PALERMO, del 23/10/2013;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/09/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VESSICHELLI MARIA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) G., che ha concluso per l'inammissibilita'.
FATTO E DIRITTO
Propone ricorso per cassazione (OMISSIS) avverso la sentenza del Tribunale di Palermo in data 23 ottobre 2013 con la qua…

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