La patente di guida, pur essendo un documento amministrativo, costituisce a tutti gli effetti un atto pubblico, la cui alterazione integra il reato di falsità materiale in atti pubblici, ai sensi dell'art. 476 c.p., e non il meno grave reato di falsità in certificati, previsto dall'art. 477 c.p. Ciò in quanto la patente di guida, pur non essendo una certificazione o autorizzazione amministrativa in senso stretto, rientra nella categoria degli atti pubblici relativi alla circolazione stradale, in quanto documento idoneo a comprovare l'abilitazione alla guida di veicoli a motore. L'alterazione di tale documento, mediante l'apposizione di una fotografia diversa da quella originariamente apposta, integra pertanto il delitto di falsità materiale in atti pubblici, in quanto condotta diretta a modificare la genuinità e l'integrità di un atto pubblico, con conseguente pregiudizio della fede pubblica. La qualificazione giuridica del fatto come reato di cui all'art. 476 c.p. e non di cui all'art. 477 c.p. discende dalla natura di atto pubblico riconosciuta alla patente di guida, in linea con l'orientamento giurisprudenziale consolidato della Corte di Cassazione.