La legittimazione attiva per l'impugnazione di provvedimenti amministrativi che incidono sulla circolazione stradale e sulla mobilità urbana non può essere riconosciuta in capo a singoli cittadini o a gruppi di cittadini che agiscano a tutela di interessi diffusi o adespoti, ma richiede la dimostrazione di una lesione diretta, concreta ed attuale di una situazione giuridica soggettiva individuale, differenziata rispetto a quella della generalità dei cittadini. Pertanto, il ricorso collettivo proposto da un gruppo eterogeneo di cittadini, alcuni dei quali residenti all'interno della zona a traffico limitato e altri esercenti attività commerciali al suo interno, è inammissibile per difetto di legittimazione attiva, in quanto le posizioni giuridiche soggettive fatte valere risultano in conflitto tra loro, anche solo potenzialmente. L'interesse alla riduzione o all'abolizione della zona a traffico limitato, in assenza della dimostrazione di una lesione diretta e concreta di una situazione giuridica soggettiva individuale, configura una mera aspettativa di fatto, non tutelabile in sede giurisdizionale. Inoltre, l'acquisizione di documentazione probatoria depositata tardivamente dalle parti, oltre il termine concesso dal giudice per il deposito di memorie, non può essere disposta, in quanto non rientra tra le facoltà riconosciute dal codice del processo amministrativo.