Consiglio di Stato sentenza n. 4107 del 2010

ECLI:IT:CDS:2010:4107SENT

Massima

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La convenzione di lottizzazione, equiparabile agli accordi sostitutivi di provvedimento di cui all'art. 11 della legge n. 241 del 1990, comporta per il lottizzante l'obbligo di cedere gratuitamente al comune le aree necessarie per la realizzazione delle opere di urbanizzazione secondaria. In caso di inadempimento di tale obbligo, il comune può chiedere al giudice amministrativo, in sede di giurisdizione esclusiva, l'emanazione di una sentenza che produca gli effetti del contratto di cessione non concluso. La domanda del comune non è generica se individua con precisione i riferimenti catastali delle aree da cedere, anche in caso di parziale difformità tra le opere previste in convenzione e quelle effettivamente realizzate, essendo tale difformità imputabile al lottizzante. Il mutamento di destinazione d'uso degli immobili, attuato senza l'assenso dell'amministrazione, non incide sull'obbligo di cessione, in quanto i beni sono vincolati alla destinazione impressa per finalità pubblicistiche, che non può essere pretermessa. La richiesta del comune di poter utilizzare gli immobili a titolo oneroso implica una rinuncia tacita alla prescrizione, ove questa fosse maturata, essendo incompatibile con la volontà di avvalersi della causa estintiva del diritto altrui. Il termine di prescrizione decennale del diritto di credito del comune alla cessione delle opere inizia a decorrere dal momento in cui è venuto meno il titolo gestorio attribuito in sede transattiva alla società dante causa dell'appellante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
IL CONSIGLIO DI STATO
IN SEDE GIURISDIZIONALE
SEZIONE QUARTA
HA PRONUNCIATO LA PRESENTE
DECISIONE
Sul ricorso numero di registro generale 3706 del 2004, proposto dalla s.r.l. Ge., nella persona del legale rappresentante, rappresentato e difeso dagli avvocati Ga. ((omissis)). ed altri, con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Gi.La. in Roma;
contro
Comune di Peschici, in persona del sindaco p.t., rappresentato e difeso dall'avvocato Fa.Lo., con domicilio eletto presso il suo studio in Roma;
per la riforma
della sentenza del T.A.R. PUGLIA - BARI: SEZIONE II n. 4488/2003, resa tra le parti;
Visto il ricorso in appello con i relativi allegati;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nell'udienza pubblica del giorno 9 aprile 2010 il Cons. ((omissis)) e udito l’avvocato Ma.;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
FATTO

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