Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 13851 del 30 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:13851PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., può essere desunto dalla molteplicità dei fatti contestati, in quanto indice sintomatico di una personalità proclive al delitto, indipendentemente dall'attualità della condotta, anche quando essa sia risalente nel tempo. Tuttavia, il giudice deve valutare concretamente la sussistenza di tale pericolo, tenendo conto non solo della gravità degli indizi di colpevolezza, ma anche di altri elementi, come il tempo trascorso dalla commissione dei reati, il comportamento successivo dell'indagato e l'eventuale sottoposizione a trattamenti terapeutici. Pertanto, il provvedimento cautelare può essere annullato qualora, nonostante la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, il giudice ritenga che il pericolo di reiterazione del reato non sia attuale e concreto, in ragione del tempo trascorso e delle circostanze personali dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARZANO Francesco - Presidente

Dott. VISCONTI Sergio - Consigliere

Dott. D'ISA Claudio - Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. BLAIOTTA Rocco Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO - TRIBUNALE MILANO;

nei confronti di:

1. NI. MA., n. il (OMESSO);

avverso l'ordinanza emessa dal Tribunale della Liberta' di Milano in data 26.11.2008;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Claudio D'Isa;

lette le conclusioni del Procuratore Generale nella persona del Dott. IANNELLI Mario,…

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