Cassazione penale Sez. II sentenza n. 22490 del 22 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:22490PEN

Massima

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Il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (sia con violenza alle cose che con violenza alle persone) si distingue dal delitto di estorsione in relazione all'elemento psicologico dell'agente. Nell'esercizio arbitrario, l'agente persegue il conseguimento di un profitto nella convinzione non arbitraria, ma ragionevole, anche se infondata, di esercitare un suo diritto, ovvero di soddisfare personalmente una pretesa che potrebbe formare oggetto di azione giudiziaria. Nell'estorsione, invece, l'agente persegue il conseguimento di un profitto ingiusto, nella piena consapevolezza della sua ingiustizia. Per la sussistenza del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, è necessario che l'autore agisca nella ragionevole opinione della legittimità della sua pretesa, ovvero ad autotutela di un suo diritto suscettibile di costituire oggetto di una contestazione giudiziale, anche se detto diritto non sia realmente esistente. La pretesa arbitrariamente attuata dall'agente deve corrispondere perfettamente all'oggetto della tutela apprestata in concreto dall'ordinamento giuridico, e non mirare ad ottenere un qualsiasi quid pluris, atteso che ciò che caratterizza il reato in questione è la sostituzione, operata dall'agente, dello strumento di tutela pubblico con quello privato. Ai fini della distinzione tra il delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni e quello di estorsione, l'elevata intensità o gravità della violenza o della minaccia di per sé non legittima la qualificazione del fatto ex art. 629 c.p., poiché l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni può risultare - come l'estorsione - aggravato dall'uso di armi, ma può costituire indice sintomatico del dolo di estorsione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

Dott. FILIPPI Stefano - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 16668/2013 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 27/03/2017;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/03/2019 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERGIO BELTRANI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;
Udita, per l'imputato, l'avv. (OMISSIS), che si e' riportata ai motivi di ricorso chiedendo…

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