Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice amministrativo, nell'esercizio della propria giurisdizione sui provvedimenti dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, è tenuto a verificare direttamente i fatti posti a fondamento dell'atto impugnato, esaminando anche i profili tecnici necessari per giudicarne la legittimità, salvo che tali valutazioni non presentino un oggettivo margine di opinabilità, nel qual caso il sindacato è limitato alla verifica della non esorbitanza dai suddetti margini di opinabilità, senza poter sostituire il proprio apprezzamento a quello dell'Autorità. Il giudice amministrativo, nel motivare la propria decisione, può legittimamente riprodurre o rinviare al contenuto di altri atti processuali, purché sia apprezzabile il suo autonomo processo cognitivo e deliberativo. Il mero errore nella ricostruzione dei fatti o nell'applicazione delle regole di giudizio da parte del giudice amministrativo, pur potendo comportare la negazione della tutela in concreto, non integra un motivo di violazione dei limiti esterni della giurisdizione, sindacabile dalla Corte di Cassazione ai sensi dell'art. 111, comma 8, Cost., ma al più un error in iudicando o in procedendo, estraneo a tale ambito di controllo.