Cassazione penale Sez. V sentenza n. 26469 del 12 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:26469PEN

Massima

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Il dolo generico, e non il dolo specifico, integra l'elemento soggettivo del delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione, essendo sufficiente la consapevole volontà di dare al patrimonio sociale una destinazione diversa da quella di garanzia delle obbligazioni contratte, a prescindere dalla consapevolezza dello stato di insolvenza dell'impresa o dallo scopo di recare pregiudizio ai creditori. L'accertamento del dolo generico deve valorizzare la ricerca di "indici di fraudolenza", rinvenibili nella disamina della condotta alla luce della condizione patrimoniale e finanziaria dell'azienda, nel contesto in cui l'impresa ha operato, avuto riguardo a cointeressenze dell'amministratore rispetto ad altre imprese coinvolte, nell'irriducibile estraneità del fatto generatore dello squilibrio tra attività e passività rispetto a canoni di ragionevolezza imprenditoriale, necessari a dar corpo, da un lato, alla prognosi postuma di concreta messa in pericolo dell'integrità del patrimonio dell'impresa, funzionale ad assicurare la garanzia dei creditori, e, dall'altro, all'accertamento in capo all'agente della consapevolezza e volontà della condotta in concreto pericolosa. Ciò che conta accertare non è tanto la natura di contratto simulato della compravendita dei beni oppure l'effettività del contratto di rendita vitalizia oneroso, quanto gli effetti pregiudizievoli refluiti sul patrimonio della società e sulle ragioni dei creditori, e la necessaria consapevolezza che le operazioni negoziali comunque denominate potessero pregiudicare l'uno e/o le altre. Anche iniziative altrimenti legittime, come l'esercizio di facoltà riconosciute all'imprenditore, possono assumere il carattere dell'illiceità per i riflessi che hanno sugli interessi del ceto creditorio, in quanto la liceità di ogni operazione che incide sul patrimonio dell'imprenditore dichiarato fallito può essere affermata solo all'esito di un accertamento in concreto in relazione alle conseguenze prodotte sui diritti del ceto creditorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/04/2019 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere DE GREGORIO EDUARDO;
Il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore BIRRITTEI LUIGI che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello de L'Aquila ha parzialmente riformato la…

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