Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18453 del 3 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18453PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni può essere disposto nei confronti di un soggetto gravemente indiziato di appartenere ad un'associazione di tipo mafioso, sulla base di gravi indizi di colpevolezza desumibili anche dalla sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto, nonché dalle risultanze delle intercettazioni telefoniche, le quali, se adeguatamente motivate dal giudice di merito, costituiscono valido elemento di prova ai fini della sussistenza del fumus commissi delicti. In tali casi, il giudice di legittimità non può sindacare la valutazione del contenuto e del linguaggio delle conversazioni intercettate, trattandosi di questione di mero fatto rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, purché la motivazione sia logica e conforme alle massime di esperienza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - rel. Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/06/2015 del TRIB. LIBERTA' di PALERMO;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANGELO COSTANZO;
lette le conclusioni del Procuratore generale OSCAR CEDRANGOLO, per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Palermo, con provvedimento emesso il 24 giugno 2015 nel procedimento n. 168/2015 Seq., ha rigettato la richiesta di riesame avanzata da (OMISSIS) contro il decreto di sequestro emesso dal Giudice …

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