Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 46020 del 11 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:46020PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale si configura quando l'agente, con condotte violente o minacciose, si oppone all'attività pertinente al pubblico ufficio o servizio in atto, indipendentemente dall'esito positivo o negativo di tale azione e dall'effettivo verificarsi di un ostacolo al compimento degli atti predetti. Il dolo specifico del reato di resistenza si concreta nel fine di ostacolare l'attività del pubblico ufficiale, mentre sono estranei alla sua connotazione lo scopo mediato e i motivi di fatto avuti di mira dall'agente. Ai fini della configurabilità dell'aggravante della connessione teleologica di cui all'art. 61 n. 2 c.p., è sufficiente che l'atto di violenza, con il quale l'agente ha consapevolmente prodotto lesioni personali, non risulti fine a sé stesso, ma sia stato posto in essere allo scopo di resistere al pubblico ufficiale. Le lesioni personali, anche lievi, costituiscono un danno anatomico e funzionale dell'organismo, rientrando nel concetto di malattia giuridicamente rilevante, e concorrono con il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere implicitamente motivato con il richiamo alla gravità dei fatti, in relazione agli elementi allegati dalla difesa a fondamento della loro applicazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIORDANO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 7/11/2016 della Corte di appello di L'Aquila;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis))na Giordano;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di L'Aquila, concesso il beneficio della sospensione condi…

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