Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27545 del 30 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:27545PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Anche quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine a reati commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis c.p. o al fine di agevolare l'attività di associazioni di tipo mafioso, il giudice deve verificare, in relazione al caso concreto, se le esigenze cautelari possano essere soddisfatte con misure diverse dalla custodia cautelare in carcere, tenendo conto del tempo trascorso dalla commissione del reato e valutando attentamente le modalità e la gravità dei fatti, le circostanze afferenti alla personalità dell'indagato ed altri elementi sintomatici, al fine di accertare se, proprio in ragione della distanza temporale dai fatti, i pericoli per la libertà possano essere adeguatamente arginati con misure meno afflittive della detenzione cautelare, in ossequio al principio del minor sacrificio possibile della libertà personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. BASSI Alessandr - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1411/2014 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 10/01/2015;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALESSANDRA BASSI;

sentite le conclusioni del PG Dott. Scardaccione Vittorio Eduardo, nel senso della inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS) per (OMISSIS) che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza del 10 gen…

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