Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nelle procedure di gara pubblica, la valutazione con cui l'Amministrazione condivide le ragioni addotte dall'impresa a giustificazione della propria offerta "anomala" non deve necessariamente essere corredata da un'articolata motivazione e pertanto il giudizio favorevole di "non anomalia" dell'offerta può essere espresso semplicemente "per relationem" nelle stesse giustificazioni presentate dal concorrente. La competenza a verificare l'anomalia dell'offerta è esclusiva del RUP, ai sensi dell'art. 97 d.lgs. n. 50/2016, e la funzione della Commissione rimane di mero supporto, non essendo obbligatorio il suo avvalimento. Inoltre, l'obbligo dichiarativo del c.d. "socio unico" che emerge da una interpretazione letterale dell'art. 80, comma 3, d.lgs. n. 50/2016 deve essere circoscritto alla sola ipotesi del socio che sia "persona fisica" e non, come nel caso di specie, in presenza di un socio unico "persona giuridica". Infine, la modifica del luogo di svolgimento di una delle cerimonie oggetto dell'appalto non incide sull'oggetto complessivo dell'appalto, che deve essere valutato nella sua globalità, né determina l'obbligo di revoca dell'aggiudicazione, in assenza di una espressa previsione in tal senso nel bando di gara.