Il condono edilizio previsto dall'art. 32 del d.l. n. 269 del 2003 è applicabile esclusivamente agli interventi di minore rilevanza, come restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria, realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, e previo parere favorevole dell'Autorità preposta alla tutela del vincolo; non sono invece suscettibili di sanatoria le opere abusive che comportano nuovo volume e nuova superficie con finalità residenziale, anche se l'area è sottoposta a vincolo di inedificabilità relativa e gli interventi risultano conformi alle norme urbanistiche, in quanto il comma 2-bis, lettera d), dell'art. 32 attribuisce carattere ostativo alla sanatoria in presenza di vincoli che non comportino l'inedificabilità assoluta; i procedimenti di condono edilizio ex Legge n. 326/2003 e di condono ambientale ex Legge n. 308/2004 sono del tutto autonomi, in quanto disciplinati da fonti normative distinte e governati da presupposti ed effetti tra loro eterogenei, sicché il rigetto dell'istanza di accertamento di conformità paesaggistica non incide sulla valutazione del condono edilizio, che va effettuata alla stregua del regime previsto dalle normative speciali per gli abusi commessi in aree vincolate.