La realizzazione di opere edilizie in assenza di titolo abilitativo prima dell'entrata in vigore della legge n. 765 del 1967 (c.d. "legge ponte") non è soggetta all'ordine di demolizione, in quanto all'epoca non era ancora richiesto il titolo edilizio per gli immobili situati al di fuori del centro urbano. Inoltre, l'adozione di misure repressive per opere oggetto di una domanda di condono edilizio ancora pendente è illegittima, in quanto l'art. 38, comma 1, della legge n. 47 del 1985 sospende il procedimento sanzionatorio fino all'esito della relativa istanza. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che le opere edilizie realizzate prima dell'entrata in vigore della "legge ponte" al di fuori del centro urbano non sono soggette a demolizione, e che il Comune non può adottare provvedimenti sanzionatori per opere oggetto di una domanda di condono ancora pendente. Tale principio si fonda sulla tutela dell'affidamento del privato nella legittimità dei propri interventi edilizi, nonché sul rispetto del divieto di applicazione retroattiva delle norme sanzionatorie. La massima giuridica deve essere formulata in modo chiaro, astratto e conciso, evitando riferimenti al caso specifico, citazioni non essenziali e dettagli procedurali, in modo da risultare autosufficiente e applicabile a casi analoghi.