Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, realizzato senza il prescritto titolo edilizio, integra un abuso edilizio permanente, la cui rimozione mediante ordinanza di demolizione costituisce un atto dovuto per l'amministrazione comunale, a prescindere dalla risalenza temporale dell'illecito, dall'estraneità del proprietario attuale alla commissione dell'abuso e dall'affidamento ingeneratosi in capo all'acquirente. L'inderogabilità dei requisiti minimi di abitabilità, tra cui le altezze interne, impedisce di qualificare il sottotetto come mero "volume tecnico" anziché come "volume residenziale", anche laddove le altezze non consentano l'effettivo utilizzo abitativo. Il potere di dichiarare l'inagibilità di un immobile, ai sensi dell'art. 222 del R.D. n. 1265/1934, non esclude né limita l'esercizio del potere di ordinare la demolizione delle opere abusive, ai sensi dell'art. 31 del d.P.R. n. 380/2001, nell'ambito della generale attività di vigilanza urbanistico-edilizia del Comune sul proprio territorio.